Sconfiggere l'intossicazione da digitale, sconnettersi per riconnettersi a sé, 'Digital detox' di Alessio Carciofi
Il mio comodino è un'instabile pila di libri, e in questo blog proverò a condividere alcune delle letture più belle che mi accompagnano.
Non soffro ancora di Fomo né di nomofobia, ma ahimè faccio parte di quel 70% di italiani che quando si svegliano controllano il proprio smartphone. Fomo è l'acronimo di Fear of missing out: la paura di perdersi qualcosa di importante se non si controllano social network e e-mail compulsivamente.
La nomofobia è invece la paura di rimanere fuori dalla copertura di rete mobile. Ho appreso questa e molte altre cose interessanti sulle 'distrazioni digitali' leggendo 'Digital detox' di Alessio Carciofi, recentemente pubblicato da Hoepli, è stato presentato a Trento la scorsa settimana a Palazzo Roccabruna. Ci sono finita 'per caso', come quasi sempre mi accade nelle cose che poi si rivelano importanti per me.
Alessio Carciofi, classe 1983, dal 2009 è consulente di marketing digitale. Il suo libro nasce da un'esperienza di 'intossicazione' da digitale vissuta sulla propria pelle. Dopo uno stacco drastico e il ritiro in un convento della sua Umbria, nell'estate 2013, ha riscoperto l'importanza del silenzio e delle pause in una vita dominata dall'iperconnessione virtuale.
Ha scoperto così che negli Stati Uniti la 'digital detox' era una pratica che si stava diffondendo tra le aziende e l'ha studiata, ha fatto tesoro della sua esperienza e ha dato vita a 'Digital Felix', la prima realtà italiana che crea percorsi formativi e strategie di gestione più sana e funzionale del digitale. Il punto è importante, perché quello che si propone non è un'eliminazione del digitale dalle nostre vite, ma una ricerca della giusta misura nell'uso che ne facciamo.
Il libro di Carciofi è pensato per gli imprenditori (illuminati, vorrei aggiungere) nell'ottica di un maggior benessere e di una maggiore produttività, ma è ricchissimo di spunti di riflessione per ogni persona dotata di smartphone e abituata ad essere iperconnessa. Dico che è orientato al mondo del lavoro perché lo stesso sottotitolo lo spiega chiaramente: 'Focus e produttività per il manager nell'era delle distrazioni digitali'.
Già, perché quello che emerge dall'analisi dell'autore è che il multi-tasking e le continue distrazioni alle quali la connessione continua a mail e social network ci costringono sono un fattore molto penalizzante per la produttività.
Basti pensare che le interruzioni oggi consumano il 28% della giornata lavorativa, mentre uno studio della Microsoft citato nel libro evidenzia un aspetto che dovrebbe preoccupare il manager: ogni volta che il nostro lavoro viene interrotto dalla notifica di una mail, impieghiamo in media 24 minuti per tornare a concentrarci. In questo modo la produttività arriva a calare anche del 40%.
Nella prospettiva di una buona gestione aziendale al multi-tasking e alle distrazioni digitali è raccomandabile sostituire il focusing e il mono-tasking. Le tecniche per farlo ci sono, e attingono (ovviamente) in gran parte dalla meditazione, dalla mindfulness alle pratiche di concentrazione e consapevolezza. Carciofi illustra dettagliatamente le strategie della metodologia 'Digital Felix', che si basano sulle 'Cinque R': rallentare, ridurre, ridisegnare, riprogrammare, ricaricarsi.
Ma ovviamente, e questo è l'aspetto più interessante per chi non si occupa in prima persona di organizzazione del lavoro, sono inquietanti gli effetti delle distrazioni digitali sul nostro benessere e sulla nostra intelligenza: è provato infatti che l'iperdigitalizzazione riduce il QI, aumenta lo stress e penalizza la creatività.
Sufficienti ragioni per ripensare il proprio rapporto con lo smartphone e gli altri device digitali, se non programmando una vacanza 'Digital detox', almeno leggendo il bel libro di Carciofi e introducendo nella propria routine quotidiana attimi di silenzio. Per sconnettersi un po', riconnettendosi a sé.